lunedì 12 luglio 2010

Qualcosa di me.

Fra i ricordi ancora vivi, momenti dei miei primi anni di vita…

Ricordi di serate passate intorno al fuoco, ad ascoltare favole inventate e raccontate da mio padre. Tramite i suoi racconti iniziai ad amare la narrazione, tanto che, emulavo mio padre inventando favole o storie che improvvisavo al momento, man mano che parlavo. Di quei racconti, non ricordo nulla. Avevo solo quattro anni, ma i miei fratelli e sorelle, tutti più grandi di me, dicono e mi ricordano ancora adesso, la facilità e la propensione che avevo per inventare storie.

Il tempo passò e la bambina divenne un’alunna. Mi piaceva andare a scuola. Ero attratta dalla conoscenza, capire, scavare con curiosità e sete di sapere. Era ed è, una caratteristica che ancora oggi mi accompagna.
La prima volta che lessi un passo della Divina Commedia, ricordo, come se gli anni non fossero trascorsi, che fu in terza elementare.

La scuola era iniziata da poco e appesa al muro della nuova classe c’era una riproduzione di una pergamena di colore beige, sopra c’era scritto, in stile gotico, il passo più citato della divina opera di Dante: “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita”. Devo dire che fui attratta dai versi che imparai a memoria, non ne capii il significato, ma sentivo in quei versi qualcosa di speciale. Posi in proposito delle domande alla maestra che mi spiegò, con parole semplici, che si trattava del “Canto primo dell’Inferno, della Divina Commedia”. Devo dire, che la spiegazione mi lasciò con molti interrogativi che, col crescere e gli studi più approfonditi che ne seguirono, trovò risposta.
Aneddoti questi, che ritengo importanti poiché sono rimasti vivi nel ricordo della mia infanzia che, anche se riposti come reliquie tra gli scaffali della memoria, sono stati sempre presenti e mi hanno accompagnata, forse, inconsapevolmente, nel seguito della mia vita. Vita, che è stata anch’essa piena di selve, tra le quali, ho dovuto scegliere il cammino da intraprendere, spesso intersecato da bivi e da strade non sempre asfaltate che ho cercato di percorrere con la volontà di non lasciare la “diritta via”. Strada, che mi ha portata a svolgere, fra l’altro, lavori che ho sempre cercato di conciliare con il piacere e l’arte poiché amo il bello, maggiore ragione per i cinque sensi di esistere.
Penso che non ci sia lavoro che non abbia il suo lato artistico, almeno è quello che ho sempre cercato in tutti i lavori da me intrapresi; che siano stati nel campo della moda, della ristorazione, delle relazioni pubbliche, della vendita, nel campo finanziario… sì, anche nel finanziario c’è l’arte che è legata alla conoscenza in materia. Elemento base che serve a potere spiegare il meccanismo dei prodotti d’investimento, facilitando la comprensione di una materia che, per molti, si rivela ostica.

Continuando il mio cammino alla ricerca di soddisfare la mia passione per la vita e l’arte, mi sono girata un attimo per guardare la strada da me percorsa, ed ho deciso di sostare sul ciglio del mio essere per osservarmi dentro, e pormi domande per sapere se finalmente potevo fare qualcosa che da sempre coltivavo nel mio io e che non avevo mai osato mostrarne i germogli. La poesia era un giardino in mezzo alla selva, che pian piano ho cercato di ripulire per farne il luogo delle mie passeggiate in cui sono fioriti i versi dei miei sentimenti. In seguito ho scoperto che poteva diventare anche meta dei miei personaggi in cui inscenare la loro vita a braccetto con la fantasia, regina che regna nella mia mente. Un cammino ormai che ho intrapreso al bivio dei miei cinquant’anni, sette anni fa, e che ho seguito fino ad oggi. Tutto questo, al seguito di tante esperienze, in precedenza vissute, che hanno arricchito il mio bagaglio culturale, con una seconda lingua e con gli usi e costumi di una cultura ampiamente diversa dalla precedente alla quale si è aggiunta, e che mi ha permesso di capire meglio, cosa fosse la diversità, componente base per l’evoluzione della vita, dal punto di vista sia biologico che socioculturale.
Oggi sono giunta al mio primo nuovo traguardo in un mondo che ho sempre ammirato e sognato. Resto comunque con i piedi per terra poiché so che il mondo della letteratura abbraccia una larga sfera di scrittori che, si riduce poi, solo a pochi eletti. Ciò nonostante, per quel che mi resterà da vivere, vorrei continuare il mio cammino, su quest’apparente strada larga cercando di mantenerla tale, là dove si stringe, tagliare quella selva che l’invade per dare luce al germoglio che spera di diventare un albero…

Nessun commento:

Posta un commento